
Questa nuova silloge di Rosa Spera miscela alla perfezione immagini ed aggettivazioni, profumi di brezze primaverili e crepuscoli solari in versione mediterranea. Diceva l’amico Vincenzo Rossi che Rosa Spera possiede una forza e una capacità di entrare nei perché delle cose e dell’uomo che non ha eguali, senza dimenticare che il trasferimento in versi di tali requisiti diventa sempre un mosaico di luci, di iridescenze, di liberi voli dentro e attraverso un Io dal respiro mai ansimante, bensì fluidamente proteso a orizzonti che lambiscono e sfidano quasi il diluirsi delle stagioni, la memoria, il canto di un cuore eternamente giovane.
La silloge “Iridescenze di liberi voli” si presenta con quattro sezioni e le orme che affiorano dalle pagine non fanno che infiorire di essenze profumatissime la realtà, il tempo che sfugge, le speranze, storie e riti legati al passato, scuotendo l’oggi e rimandando echi di luce e battiti di mani che accomunano “ceneri di fuochi mai spenti”, “canti d’acqua e riverberi di spighe” da donare a “quei confini / che non conoscono prospere primavere”… (Fulvio Castellani)
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